Module 2.4: Improving intellectual property right literacy and production and reuse of OER
Introduzione agli argomenti
‘Solo una cosa è impossibile per il Nostro Signore: trovare il senso di una qualsiasi legge sul copyright del pianeta.’
(Mark Twain)
La proprietà intellettuale (IP) si riferisce, in generale, alle creazioni della mente umana. Innovatori e creatori sono tutelati dalla legge, che garantisce loro diritti sulle loro creazioni, permettendogli di ottenere un riconoscimento o benefici economici da ciò che inventano o creano. Per creazioni si intendono opere letterarie, artistiche, scientifiche, performance di vario genere, fonogrammi, trasmissioni, ma anche invenzioni e scoperte scientifiche, disegni industriali e così via.
I diritti di proprietà intellettuale sono tutelati dall’articolo 27 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e sono tradotti nelle legislazioni e nei regolamenti nazionali paese per paese; sono soggetti a più di 25 trattati internazionali sulla proprietà intellettuale, regolamentati a loro volta dall’Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale (WIPO), un’agenzia creata allo scopo dalle Nazioni Unite.
È importante sapere che una violazione dei diritti di proprietà intellettuale è sempre illegale e quindi può sempre avere conseguenze legali come la responsabilità e l’indennità. Tenete anche presente che, anche se l’Unione Europea cerca di normalizzare la legislazione e la regolamentazione riguardante i DPI nei suoi stati membri, la legislazione sui DPI e il copyright rimane di competenza nazionale e possono permanere alcune differenze tra i paesi membri: un esempio si trova nello sfruttamento delle opere protette da copyright. Si veda il sito web di Communia e specialmente https://copyrightexceptions.eu/ per una panoramica su come la legislazione sui diritti d’autore possono differire da paese a paese. (Se volete acquisire una comprensione fondamentale approfondita dei DPI, siete invitati a leggere la pubblicazione della WIPO “Understanding Copyright and Related Rights” e specialmente le pagine da 7-13 comprese).
Nella proprietà intellettuale distinguiamo due gruppi di diritti: quelli tutelati dalla legge sui brevetti e quelli tutelati dalla legge sul copyright. La proprietà intellettuale nell’istruzione superiore (e nella ricerca) si riferisce ai risultati e ai prodotti che derivano dal lavoro di ricerca e istruzione svolto da docenti, personale e studenti nel contesto dell’istituzione. Negli ultimi trent’anni la digitalizzazione, il networking e la globalizzazione hanno causato un cambiamento significativo nel modo in cui la proprietà intellettuale è considerata e gestita: è diventato molto più facile creare, acquisire, condividere, riutilizzare e modificare le creazioni. Questa evoluzione ci ha portato servizi e applicazioni globali e onnipresenti come YouTube, Netflix, Spotify, Instagram e così via, ossia nuove piattaforme per la pubblicazione e la condivisione di contenuti. Purtroppo, la percezione e la comprensione dei diritti di proprietà intellettuale da parte del pubblico non ha tenuto il passo con questa evoluzione, portando a malintesi e a un uso sempre più scorretto della proprietà intellettuale. Questo a sua volta ha portato a modelli innovativi di formulazione e protezione dei DPI, come Creative Commons, Open Source, e nuovi tipi di licenze.
Pochi anni dopo l’ondata iniziale dei massive open online courses (MOOCs), il passaggio all’istruzione online, accelerato dalla pandemia Covid-19, ha fatto sì che gli istituti di istruzione superiore riconsiderassero non solo i diritti tradizionali sui materiali didattici dei loro autori del personale accademico ma anche i diritti degli studenti ad accedere ai contenuti. Creative Commons permette all’autore di creare una licenza che permetta agli utenti di accedere liberamente e adattare il materiale, senza costi o permessi speciali senza rimuovere il copyright, ma permettendo all’autore di dare automaticamente il permesso per diversi tipi di uso libero del materiale senza ulteriori oneri amministrativi.
Il contesto mutevole della PI ha anche avuto un impatto sull’insegnamento e l’apprendimento nelle Istituzioni per l’insegnamento universitario. Per esempio, un uso crescente delle Risorse Educative Aperte (OER), testi, media e altre risorse digitali liberamente accessibili (con licenza aperta), molto utili per l’insegnamento, l’apprendimento e la valutazione, così come gli Open Data per scopi di ricerca. Il termine OER descrive materiali e risorse pubblicamente accessibili che qualsiasi utente può utilizzare, rimescolare, migliorare e ridistribuire sotto alcuni tipi di licenza. Per una comprensione di base di cosa sono le OER e cosa significano per l’istruzione superiore, consigliamo la visione di questo video di 7′ dell’Università di Groningen: https://youtu.be/iRG8CsPAExg .
(Facoltativo: per approfondimenti sul tema degli OER nell’educazione superiore, segnaliamo questo webinar di Open Forum: https://youtu.be/6JgoUbED4rM Nota: questa registrazione dura un’ora circa)
Un eccellente articolo riguardante una piattaforma per OER completa e di grandi dimensioni, che raccomandiamo di leggere, illustra il modello norvegese di OER finanziati dallo Stato per creare scuole di secondo grado superiori più inclusive.
Una cattiva gestione della PI, della proprietà della conoscenza e della diffusione può avere un impatto negativo sugli obiettivi di ricerca e sull’istruzione: i risultati della ricerca possono non essere condivisi e riutilizzati; i progetti di ricerca possono essere ostacolati; gli articoli possono raggiungere solo un pubblico limitato e il trasferimento di nuove conoscenze all’istruzione può essere limitato, creando così un circolo vizioso. Pertanto, le Istituzioni per l’insegnamento universitario dovrebbero prendere in considerazione la PI a tutti i livelli e in tutte le sue attività, e potrebbe essere necessario fornire una formazione sulla PI a livello esecutivo; inoltre, l’insegnamento della PI dovrebbe essere meglio integrato nei curricula e insegnato in una prospettiva aziendale (piuttosto che puramente giuridica).
Attività Interattive
Cercate la politica DPI nella vostra istituzione di insegnamento universitario e assicuratevi di ottenere la versione più aggiornata. Potreste dover consultare l’ufficio legale o l’ufficio IT, la biblioteca o i servizi informativi; a volte è possibile trovarla nell’ìintranet o meglio ancora sul sito web pubblico della vostra istituzione. La difficoltà nel trovare una politica DPI aggiornata nella vostra istituzione può essere già considerata un indicatore dell’importanza e della consapevolezza su questa importante questione.
Andate alla pagina web della WIPO https://www.wipo.int/about-ip/en/universities_research/ip_policies/ e valutate la politica DPI della vostra istituzione di insegnamento universitario confrontando la vostra politica con quelle che trovate nel database della WIPO o con quelle che potete trovare in altre istituzioni affini. Prendete in considerazione le differenze che possono esistere tra i diversi sistemi normativi nazionali. La progettazione di una politica sui DPI dovrebbe coinvolgere tutti i portatori di interesse della vostra istituzione: i creatori di contenuti (come ricercatori ed educatori, progettisti di corsi, esperti di media ecc.) così come i consumatori di contenuti (studenti, il pubblico in generale, l’industria ecc.. I DPI hanno un importante impatto economico: considerate il costo di acquisizione dei contenuti e i diritti sui contenuti, pensate anche ai ricavi (brevetti) o ai risparmi (FOSS e OER). Siate consapevoli degli aspetti legali: consultate il dipartimento legale della vostra istituzione o chiedete una consulenza legale in caso di dubbio, soprattutto se avete intenzione di adottare la politica nella vostra istituzione. Potete confrontare la politica che avete redatto con la Comunità WIPO e IIS qui: https://www3.wipo.int/contact/en/area.jsp?area=universities
Il seguente documento (Sample_copyright-policy.pdf) dell’Università del Surrey (UK) può essere d’aiuto nella redazione. (https://www.surrey.ac.uk/sites/default/files/2020-12/copyright-policy.pdf)
Provate a rispondere alle seguenti domande:
La vostra istituzione ha una politica riguardo alle proprietà intellettuali? Fate un piccolo sondaggio informale con studenti, post-laureati, personale accademico e amministrativo o tecnico della vostra istituzione e scoprite quali sono le loro conoscenze sulla politica della proprietà intellettuale. Possibili domande possono essere: chi possiede il copyright nelle pubblicazioni accademiche, nelle tesi, nel materiale didattico, nelle valutazioni? I vostri intervistati hanno familiarità con la guida al diritto d’autore sull’uso di materiali di terze parti con diritto d’autore della vostra istituzione? I vostri intervistati sono a conoscenza della politica OER (se esiste) della vostra istituzione? Esiste una politica sugli Open Data? La vostra istituzione fornisce supporto e formazione per i DPI al personale docente e di supporto? Ai ricercatori? Agli studenti? Consultate https://www.jisc.ac.uk/guides/open-educational-resources o https://opengame-project.eu/results/ per alcune linee guida e materiali utili.
La pandemia da Covid-19 ha accelerato la transizione digitale, ma la politica IP della vostra istituzione ha seguito l’esempio? Potete trovare facilmente chi possiede il contenuto di una lezione registrata? È chiaro per quanto tempo le registrazioni possono essere conservate e visualizzate? Quali sono i protocolli per quando il personale docente se ne va riguardo alle loro lezioni registrate? E i diritti sulla propria immagine, specialmente per gli studenti? In che modo la crescente digitalizzazione dei corsi ha un impatto sui DPI del contenuto? Discutete con il vostro dipartimento AV e media e con il vostro dipartimento legale, chiedendo se la vostra politica sulla properietà intellettuale è ancora valida. Raccomandiamo la lettura di https://link.springer.com/article/10.1007/s40319-021-01041-1 per un’ampia prospettiva sulle questioni sollevate dalla pandemia Covid-19. Scrivete e condividete un blog post con i vostri commenti e le vostre osservazioni.
Test
References:
- Per una comprensione fondamentale dei diritti di proprietà intellettuale e la loro importanza per lo sviluppo, l'economia, la ricerca e l'educazione, leggete: “Understanding Copyright and Related Rights” https://www.wipo.int/edocs/pubdocs/en/wipo_pub_909_2016.pdf
- In questa lezione registrata, Keith Winstein del MIT spiega l'importanza degli aspetti legali della legge sul copyright. Keith Winstein. 6.912 Introduction to Copyright Law. January IAP 2006. Massachusetts Institute of Technology: MIT OpenCourseWare, https://ocw.mit.edu. Licenza: Creative Commons BY-NC-SA. Introduzione al diritto d'autore e al diritto americano in generale. di Keith Winstein: https://ocw.mit.edu/courses/electrical-engineering-and-computer-science/6-912-introduction-to-copyright-law-january-iap-2006/video-lectures/lecture-1-introduction/
- L'OECD descrive, in “Patents and Innovation: Trends and Policy Challenges”, la relazione tra la tutela del diritto d’autore e crescita e sviluppo: https://www.oecd.org/science/inno/24508541.pdf
- Technopolis mette in guardia dai rischi di bloccare l'innovazione a causa dell'ignoranza dei limiti e delle opportunità dei DPI: https://www.technopolis-group.com/why-ip-standards-and-regulation-should-matter-more-in-innovation-policy/
- Questa presentazione fornisce un punto di vista diverso sui DPI per le Istituzioni di insegnamento universitario in tempi di Covid-19: https://youtu.be/GMERIFHrMk8 - Negotiating the Production, Management and Ownership of Knowledge - Dr. Kylie Pappalardo QUT
- Anche questo documento esamina le tensioni causate dai DPI in tempi di crisi: le barriere di accesso, gli strumenti utilizzati per ridurle e la loro efficacia. https://link.springer.com/article/10.1007/s40319-021-01041-1
- L'Intellectual Property in Education Network promuove la creatività, l'innovazione, l'imprenditorialità e l'impegno digitale responsabile tra i giovani europei. https://euipo.europa.eu/ohimportal/en/web/observatory/ip-in-education
- Questo è un capitolo interessante nel libro essenziale di Tony Bates su "Teaching in a Digital Age" e dà una visione su come la produzione, l'uso e il riutilizzo delle risorse per l'insegnamento e l'apprendimento possono cambiare in futuro, un futuro che è iniziato l'altro ieri: https://opentextbc.ca/teachinginadigitalage/part/10-trends-in-open-education/
- COMMUNIA sostiene le politiche che espandono il dominio pubblico e aumentano l'accesso e il riutilizzo della cultura e della conoscenza. https://www.communia-association.org/c4ed/ Si veda anche https://copyrightexceptions.eu/, uno sforzo collaborativo per mappare i diritti degli utenti nel quadro del copyright dell'Unione europea.